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Sette "erbacce" per produrre biocarburanti


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#1
Nicola Ventura

Nicola Ventura

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<p><span style="font-family: Arial;"><span style="font-size: 10pt;"><span style="font-family: Arial;">
<p style="text-align: justify;"><img style="margin: 5px; float: left;" alt="distributore_e85" src="images/stories/redazione/generiche/Ecocarburanti/distributore_e85.jpg" height="66" width="100" /></p>
</span></span></span></p>
<div style="text-align: justify;">Nel settore dei biocombustibili si sta ricercando e sviluppando, sempre con maggior interesse, la possibilità di usare "materie prime" non commestibili ad alto potenziale. La produzione in massa, di etanolo, derivato ad esempio da soia, canna da zucchero, colza e mais,
<br /><br />
ha sviluppato a livello mondiale, un dibattito molto acceso sui risvolti economici, politici e morali derivanti dal coltivare tali piante commestibili, per produrre carburanti.</div>
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<p style="text-align: justify;">Nasce, pertanto, la necessità di sviluppare colture che non siano in contrasto con la catena alimentare. Per questo si stanno sviluppando sempre con maggiore interesse, le ricerche sulla trasformazione in biocarburanti, di piante infestanti "no food" a bassa richiesta di acqua, pesticidi e diserbanti, come fonte per la produzione di combustibili .</p>
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<p style="text-align: justify;">Alcune di queste erbacce ad alto potenziale di trasformazione in biocombustibili, possono prosperare anche in terreni contaminati, assorbendo e pulendo tali terreni dalle sostanze inquinanti presenti. Questo specifico processo viene chiamato phytoremediation .</p>
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<p style="text-align: justify;">Queste piante devono però, essere mantenute sotto costante osservazione, perchè queste specie hanno un alto potere infestante ed il rischio è quello che possano danneggiare ed invadere anche terreni circostanti travolgendo le specie autoctone. Tale preoccupazione può essere facilmente dissipata e controllata, attraverso un'adeguata gestione .</p>
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<p style="text-align: justify;"><strong>Pennycress</strong></p>
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<p style="text-align: justify;">Questa pianta può crescere in un territorio altamente contaminato da nickel, dove la maggior parte delle altre piante morirebbe immediatamente. Un nuovo impianto è in costruzione in Illinois, nei pressi di Mapleton. La produzione a regime dell'impianto, sarà quella di 45 milioni di litri annui ( il 10% del biocombustibile consumato negli Stati Uniti durante il 2008 ), a fronte di un costo di realizzazione dell'impianto, che si aggira intorno ai 40 milioni di dollari. La ricerca è stata portata avanti, dai laboratori della Western Illinois University.</p>
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<p style="text-align: justify;"><strong>Amaranthus</strong></p>
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<p style="text-align: justify;">Conosciuta anche come Pigweed. E' un’eccellente dimostrazione di come a volte una delle piante classificate come nocive, possano trasformarsi in una materia prima ideale per produrre olio vegetale combustibile. I ricercatori della University of New Mexico, da esempio hanno già iniziato un impianto per la raccolta e la trasformazione. Caratteristiche principali di tale pianta sono la sua alta tolleranza alla siccità, l'alto contenuto di fotosintesi e la notevole resistenza alle malattie ed ai parassiti.</p>
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<p style="text-align: justify;"><strong>Kudzu</strong></p>
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<p style="text-align: justify;">Conosciuta in Asia con il triste nomignolo di " pianta che mangiava il Sud ". Ha la caratteristica di assorbire alberi, cespugli ed arbusti, trasformando il territorio, in un lugubre paesaggio lunare verde. Potrebbe con un processo di lievitazione, essere trasformato in etanolo. Non ci sono costi per la concimazione e l'irrigazione .</p>
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<p style="text-align: justify;"><strong>Arundo donax (canna gigante)</strong></p>
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<p style="text-align: justify;">In estate è in grado di crescere per circa 3 centimetri al giorno. Potrebbe essere considerato il supereroe dei biocarburanti. Attualmente vengono già prodotti molti raccolti ogni anno, in terreni molto poveri. Non gestito si trasforma in una grossa catastrofe. Almeno sei paesi negli Stati Uniti, dalla California al Maryland, lo considerano una specie pericolosamente invasiva.</p>
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<p style="text-align: justify;"><strong>Ricino</strong></p>
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<p style="text-align: justify;">In Israele la società Kaiima Bio-Agritech, ritiene di aver trovato il modo di manipolare i cromosomi di coltivazione, in modo da raddopiare il suo rendimento in qualità di biocarburante. Il ricino può essere considerata una buona soluzione, almeno in quei paesi dove può essere coltivato, senza rischiare di soprafarre le specie autoctone .</p>
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<p style="text-align: justify;"><strong>Jatropha Curcas</strong></p>
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<p style="text-align: justify;">La superstar dei biocarburanti. Nel mondo sono ormai funzionanti da alcuni anni diversi impianti per la produzione di biocombustibile derivato da questa  pianta. Le prove come combustibile a basso costo e molto efficiente per gli aerei, hanno già dimostrato la sua validità. La sua coltivazione deve essere equilibrata con l'alimentazione regionale e globale. La Jatropha Curcas cresce in impianti che sfruttano terreni non adatti a colture alimentari.</p>
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<p style="text-align: justify;"><strong>Sorgo dolce</strong></p>
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<div style="text-align: justify;">Generalmente non viene considerato come erbaccia, è una categoria a sè. Negli Stati Uniti è considerato come una pianta in grado di sopraffare le coltivazioni circostanti. Cresce abbondantemente nei fossati e negli argini Dopo olio di palma ed alghe, attualmente è la terza coltura per la produzione di olio vegetale.</div>
<p><span style="font-family: Arial;"><span style="font-size: 10pt;">
<p style="text-align: justify;">Fonte: <a href="http://www.italiachi...lia.net</a></p>
</span></span></p><br />
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