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Pure la Ducati delocalizza?


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2 risposte a questa discussione

#1
lor.87

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CITAZIONE
Mentre è prevista per stasera la festa in piazza Maggiore, a Bologna, per la presentazione dei campioni Valentino Rossi e Nick Hayden, l’azienda simbolo dell’Emilia dei motori si prepara a trasferire una parte della produzione in Thailandia. Il connubio “campione italiano e motore italiano”, chiara strategia d’immagine della rossa di Borgo Panigale, si scontra dunque contro quello che il segretario provinciale della Fiom di Bologna, Bruno Papignani, bolla come una “delocalizzazione”. Infatti, anche se il nuovo stabilimento thailandese sarà destinato al solo assemblaggio delle moto vendute sui mercati orientali – almeno questo sostiene l’azienda – la preoccupazione del sindacato resta: “Abbiamo la sensazione – spiega Papignani – che la questione non riguardi solo il montaggio per il mercato locale, ma che tra qualche anno in Thailandia, e forse in Brasile, potrebbe cominciare anche la produzione dei motori”. Sempre il sindacato ha poi sottolineato che Ducati “ha già cominciato a comprare componentistica proveniente da Vietnam e Slovenia”.


Si comincia con l'assemblaggio, poi chissà... Mah, io pensavo che la Ducati fosse una delle poche aziende che non delocalizzasse, che avesse il meglio del talento, della tecnologia proprio in Italia, sia come mezzi di produzione, che come talento, abilità, esperienza di tecnici/ingegneri italiani. Staremo a vedere, a voi i commenti.

#2
Pha79

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mi sembra molto strano
perché solitamente all'estero i prodotti italiani piacciono, perchè prodotti in italia, ed esclusivi nel prezzo
un pò come succede per noi con le auto tedeske, ad esempio i listini VW golf italia sono 2.000€ più di quelli spagnoli
delocalizzasero la produzione a terminiimerese... non so in quanti la vorrebbero...
la stessa cosa è già accaduta per l'azienda di famiglia del "ministro ombra" Merloni che ha chiuso in italia per delocalizzare
nell'est europa, e dalle cronache economiche sembrerebbe che il marchio abbia perso parecchio fascino in molti mercati.
La Benelli "cinese" è un'altro esempio...
Detta così sembra un bel colpo di zappa sui piedi, bisognerebbe entrare di più nel merito della questione...
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#3
lor.87

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Anch'io la penso allo stesso modo, se c'è un'attrattiva è il made in Italy, quando è ben fatto e sinonimo di qualità, come la Ducati, o le automobili di lusso che abbiamo ancora (Lamborghini ormai è VW, ma so che non ha assolutamente spostato la produzione, anzi ha fatto investitimenti).
Poi col mondo di oggi, internet, la notizia di una Ducati che non è più italiana al 100% si diffonderebbe subito, perderebbe mercato e ritornare indietro poi non sarebbe così semplice, la fiducia non si riacquista nello stesso tempo in cui la si è persa. Io non ci vedo chiaro, andare via per montare qualcosa non è un grande piano industriale, è probabile che faranno anche qualcos'altro là, che siano i motori o la progettazione. Se spostano i motori secondo me è l'inizio del crollo. Perderebbe un sacco di terreno sulle giapponesi secondo me...




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