Su molte vetture, soprattutto Fiat e PSA dagli anni 90 in poi, anzichè il classico bulbo che dà o toglie corrente alla ventola del radiatore, è presente un sofisticato (nel senso di incasinato) sistema, costituito da:
- sensore di temperatura (non bulbo on-off, ma resistenza variabile)
- sensore della temperatura del liquido del climatizzatore
- centralina elettronica
- una batteria di relè (tre nel caso della 306)
- ventole
Tutto molto bello finchè non capita qualche pasticcetto elettrico, che fa partire le ventole "a manico" con 20 sottozero, o che decide, nel pieno di una coda di metà luglio, di spegnere tutte le ventole, oppure di sovraccaricare i relè a valle della stessa fondendoli.
Stufo di viaggiare con un occhio alla strada ed uno all'indicatore di temperatura, stanco di dar soldi a meccanici ed elettrauto per poi sentirmi dire "Se vuoi mettiamo un interruttore in abitacolo come nelle macchine da rally degli anni 70", mi sono armato di tester, pazienza e schemi elettrici.
Sono riuscito ad isolare il problema nel malfunzionamento della centralina, che alloggiata all'interno del passaruota sinistro aveva forse risentito dell'incidente di due anni fa.
Dopo aver appreso che la Pesòt era lieta di fornirmene una nuova per 180 euro

In pratica appena accendo i fari le ventole iniziano a girare a bassa velocità, stabilizzando la temperatura motore a 85° (ovvero quella di apertura-chiusura della valvola termostatica). Questo significa che il radiatore se ne sta pieno di acqua a temperatura inferiore.
Affrontando code sotto il solleone o salitoni a pieno carico, interviene l'alta velocità delle ventole (quella parte della centralina funziona) e la temperatura motore non supera mai i 90°.
Idem col clima acceso.
La settimana scorsa me ne sono andato a Pola, e code da esodo ferragostano, sterrati di Premantura e quant'altro sono stati digeriti perfettamente, alla faccia dei ricambisti Pesòt e di tutti i meccanici che avevano tentato di risolvere il problema.
