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Il bioetanolo dalla spazzatura


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2 risposte a questa discussione

#1
Nicola Ventura

Nicola Ventura

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<div style="text-align: justify;"><img hspace="5" height="66" align="left" width="99" vspace="5" alt="Biofuel" src="http://www.ecomotori...butore E85.jpg" />Mangiare o guidare? L’ultimo rapporto della Banca Mondiale, anticipato dal quotidiano britannico «The Guardian», ha messo una pesante ipoteca sui biocarburanti, che fino a pochi mesi fa sembravano l’alternativa più ragionevole al caro-petrolio. Il 75% dell’aumento dei prezzi degli alimenti nell’ultimo anno è attribuibile proprio all’esplosione delle coltivazioni per produrre biofuel, a scapito delle derrate alimentari. Il problema dell’energia si scontra, inevitabilmente, con quello ben più grave della fame nel mondo. <br />
<br />
Lester Brown, autorevole ambientalista dell’Earth Policy Institute, avverte che «la competizione tra gli 800 milioni di automobilisti del mondo che vogliono mantenere la loro mobilità e i due miliardi di poveri che vogliono semplicemente cercare di sopravvivere sta diventando un problema sempre più drammatico». <br />
<br />
Resta il fatto che i vantaggi di sostituire la benzina con i carburanti a base di etanolo sono molteplici: riduzione dell’inquinamento dell’aria, diminuzione nella produzione di gas serra, vantaggi geopolitici e di sicurezza energetica. Il problema è come ottenere l’etanolo necessario senza depauperare la produzione agricola. La soluzione potrebbe arrivare dalla valle di Arava, in Israele, dove Elaine Solowey, una ricercatrice all’«Arava Institute for Environmental Studies» vicino ad Eilat ha sviluppato una nuova tecnologia per produrre carburante dalle scorie agricole invece che dai prodotti alimentari. Il problema principale delle scorie è che contengono molta cellulosa e non solo amidi e zuccheri. Solowey ha sviluppato un metodo chimico per trasformare la cellulosa in zuccheri semplici, da cui si distilla l’etanolo. Questo metodo permette anche di sfruttare sia il legno sia le fronde di palma. <br />
<br />
<strong>Formati sostenibili<br />
</strong>Le scorie agricole per la produzione di etanolo cellulosico sono abbondanti. Si possono coltivare piante selvatiche in formati sostenibili, sfruttando risorse idriche sottoutilizzate, come l’acqua di scolo o l’acqua grigia non di fogna. La valle dell’Arava si presta a questo tipo di coltivazioni. Con 350 giorni di sole pieno all’anno, un inverno mite, acqua salmastra sotterranea e un team di agricoltori e ricercatori specializzati ben addestrati, la valle è un laboratorio ideale. Il clima arido e tropicale permette alle piante tolleranti all’acqua salmastra e ricche di cellulosa di crescere con estrema rapidità. <br />
<br />
Ma l’Arava potrebbe anche facilmente adattarsi al biodiesel, principale alternativa all’etanolo. Il biodiesel può essere ricavato da molte piante che producono olio. Non ha bisogno di fermentare, a differenza dell’etanolo proveniente da amido o zucchero, e non necessita nemmeno del lungo e complicato processo di idrolisi acida o di decostruzione enzimatica prima della fermentazione per la produzione di etanolo cellulosico. <br />
<br />
<strong>Quantità commerciali</strong><br />
Il valore aggiunto derivato dalla coltivazione di quantità commerciali di colture per l’energia nell’Arava potrebbe essere enorme, facendo della regione addirittura una nuova Silicon Valley. La produzione di etanolo su larga scala basata sulle colture agricole può avere un forte impatto sull’intera economia della regione, mentre le informazioni ottenute in questo progetto potrebbero portare all’obiettivo definitivo: trasformare l’intera regione in un’economia energetica autonoma, economica ed ecologica. Non soltanto: i risultati della ricerca e della sperimentazione, ovviamente, saranno utili per la produzione sostenibile di colture per l’energia in altre regioni marginali ed aride in tutto il mondo. <br />
<br />
L’Arava Institute è situato nel Kibbutz Ketura, a mezz’ora da Eilat, e ha una sede anche in Pennsylvania, negli Usa. È stato costituito nel 1996 dai membri del kibbutz sotto la direzione di Alon Tal, fondatore di Adam Teva V’Din, l’Unione israeliana per la difesa ambientale. «È stato costituito per creare una leadership ambientalistica nel Medio Oriente e per insegnare che la natura non ha limiti», spiega David Lehrer, direttore esecutivo dell’istituto. <br />
<br />
Se il progetto di Elaine Solowey andrà a buon fine, davanti all’Istituto ci sarà la fila.</div>
<br />
<a href="http://www.lastampa....mbiente">Fonte: http://www.lastampa.it</a><br type="_moz" /><br />
<br />
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#2
mito1960

mito1960

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Ciao NICOLA
in seguito al tuo intervento, posto qui questa idea - che viene dal "ricco" e operoso Nord Est agricolo.

(SUI PIRO-GASSIFICATORI "Agricoli"  vedi foto citate)

Si tratta di usare i residui legnosi (vite, siepi, ma anche industriali) per produrre energia, senza bruciarli come si faceva in modo incontrollato.
Che dire? Credo sia una buona idea, usare una tecnica in uso quando eravamo molto poveri.
Da noi l'auto a legna la usavano durante le guerre che hanno causato povertà e carenze di energia del secolo scorso. Ma hanno anche aguzzato l'ingegno, come tutte le crisi e la fame ha sempre fatto.

(FONTI e spunti: W. Bianco - SITAB e Cittadini attivi PURTROPPO LE FOTO SONO SU FaceBook :sicksmile.gif
Questo è la parte principale dell'impianto di pirogassificazione dei sarmenti viticoli (ma anche di altro residuo agricolo) da circa 20 KWh elettrici più una quarantina di Kilowatt di calore. Impianto made in Italy e funzionante.
https://www.facebook...d=...952&type=1

"Pirogassificazione"
La gassificazione avviene in particolari reattori con carenza di ossigeno: si forma il syngas (gas di sintesi) che viene utilizzato in motori per la generazione di energia. La gassificazione entra anche nella combustione diretta dopo quella della pirolisi.

La pirolisi come la gassificazione, oggi, ha lasciato il passo ad una tecnologia che le comprende entrambe: la pirogassificazione, dove si vanno ad accentuare tutti gli aspetti positivi delle due tecnologie.

http://tecnologiemar...ificazione.html

https://www.facebook...d=...952&type=1

http://cittadini-attivi.blogspot.it/

https://www.facebook...d=...413&type=1

INVECE DI BRUCIARE, usando questi processi controllati si ha più ENERGIA e meno fumo.
Che ne dite? notworth.gif

Honda Civic Hybrid a metano!!! 300mila km agg.2022
(consumi: in media 3 Kg / 100 Km - rekord 2 Kg/100)
KONA electric ed AMPERA EVer per primo uso di casa 
ex FIAT Multipla "aftermarket" per i viaggi di famiglia (media almeno 5Kg/100Km) <p>ex Honda Accord metanizzata (a metano 4,8 Kg/100Km)
(ex Croma CHT metano 6,3 Kg/110 Km e 5 Km con un litro di benzina! )


#3
mito1960

mito1960

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forse qui stanno bene questi riferimenti:  Produttori primari di BIOGAS : http://www.salute.go...3&idCategoria=6

 

altri elenchi http://www.salute.go...to_SOTTPROD.jsp


Honda Civic Hybrid a metano!!! 300mila km agg.2022
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(ex Croma CHT metano 6,3 Kg/110 Km e 5 Km con un litro di benzina! )





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