Oggi la produzione di bioetanolo é considerato "
un crimine contro l'umanità", e le Nazioni Unite condannano severamente l'uso dei raccolti di cereali per produrre carburante alternativo alla benzina. Poco tempo fa il direttore della
Fao, l'organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa di agricoltura e cibo, lanciò un grido d'allarme dalle colonne del quotidiano
Financial Times, dicendo che in questi ultimi mesi, i prezzi dei prodotti agricoli di base sono aumentati a tal punto da far prevedere rivolte e problemi politici seri nei Paesi in via di sviluppo. Anche il Premio Nobel per la chimica
Paul Crutzen, dalle pagine di
Le Monde, ha sollevato il caso del biodiesel
(ne abbiamo parlato quì), avvertendo che la produzione dei biocarburanti sprigiona il
protossido di azoto, prodotto dalla decomposizione delle granaglie utilizzate per la produzione dei carburanti verdi, che
si è rivelato essere un gas serra 300 volte più dannoso dell'anidride carbonica sprigionata dal petrolio.
Ora, a chiedere una moratoria di cinque anni è stato
Jean Ziegler, curatore del dossier dell'
Onu sul diritto al cibo.
Ziegler se l'è presa "
con l'uso di terreni per produrre cibo e destinata a essere bruciato". Durante i cinque anni di moratoria, ha assicurato Ziegler, diventera' "
possibile" produrre il bioetanolo da "
residui agricoli"
In un mondo in cui 854 milioni di persone soffrono la fame e un bambino su dieci muore per malnutrizione non si possono trasformare in questo modo le materie prime agricole
(per ottenere 413 litri di biocarburante occorre una tonnellata di mais).... Così si rischia di pagare meno il carburante e di più alcuni generi alimentari di prima necessità come il pane. Inoltre, alla Borsa di Chicago ora sono i consumi cinesi e indiani a far salire enormemente i prezzi dei listini e il prezzo del frumento è cresciuto sui mercati mondiali del 70%, compiendo il balzo più consistente dagli anni 70, quando i disastrosi piani agricoli dell'ex Urss, costrinsero Mosca a quadruplicare le loro importazioni e a fare incetta di grano proveniente dagli Stati Uniti. Il mais e la soia vengono venduti a prezzi nettamente superiori alla media ma anche i prodotti derivati dal latte hanno toccato livelli record. Una situazione che colpisce soprattutto i paesi poveri, costretti a importare alimenti.